Non mi accontento di guardare da una piccola apertura, dalla quale è persino impossibile entrare.
Accontentarsi è la strada che si sceglie per paura di rischiare. Accontentarsi può voler dire farsi andare bene le cose, che in alcune circostanze è la scelta più opportuna.
Accontentarsi però non significa essere soddisfatti ma accettare la condizione che si presenta davanti e non fare nulla per cambiarla.
Io ho necessità di essere onesta con me stessa e con gli altri e quindi metto in discussione ciò che non mi piace e non approvo. Lo faccio attraverso il dissenso da ciò che non mi rappresenta in termini di idee, pensieri e azioni. A fianco del dissenso metto il mio pensiero che francamente è sempre in buona compagnia. Poi cerco di portare avanti la questione per far sì che il pensiero si concretizzi in azione. E quando è necessario coinvolgo chi ne sa più di me e mi possa così dare il proprio contributo.
Quando accade tutto questo ?
Ogni giorno, ogni giorno, quando parlo, quando scrivo, quando ascolto, quando voto, quando intervengo, quando mi viene chiesto un parere un consiglio. Anche quando agisco, quando critico e commento, quando lavoro, leggo o chiacchiero con le persone.
Sempre.
Già, non mi accontento di come è gestito, valorizzato, organizzato, governato il Trentino. Non mi accontento e credo sia possibile migliorarne le performance partendo da quello che c’è. Non serve distruggere per migliorare, si può modellare e sistemare.
Non sono per il cambiamento come condizione ideologica