Lo sfruttamento delle materie prime: Autonomia nel cassetto?

Da Paola Demagri

Foto Cristina Gottardi

Sfruttamento delle materie prime critiche: non è che Roma stia mettendo i piedi in testa alla nostra Autonomia?

Approvato con modifiche, in una calda giornata romana nella vigilia di Ferragosto, il DL 84 contiene disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico.

Come noto, si tratta di un argomento nazionale che possiede risvolti anche a livello locale. Tant’è che i politici nostrani, si badi bene solo quando stimolati dalla stampa, hanno costantemente teso a minimizzare le preoccupazioni. Eppure, le informazioni a livello locale e nazionale ne stimolano non poche nonostante, nel decreto appena editato, ci sia un incipit che potrebbe lasciare tutti tranquilli. 

Lì, si dice infatti che le disposizioni del presente decreto si applicano nelle Regioni a Statuto Speciale e nelle Province autonome di Trento Bolzano compatibilmente con le disposizioni dei rispettivi Statuti e relative a norme di attuazione.

A riportare le nubi sul cielo delle speranze trentine, tuttavia, ci pensa subito il comma 3 dell’articolo 2. Da lì si evince infatti che possono esistere progetti riconosciuti come strategici dalla Commissione Europea che assumono la qualità di progetti di pubblico interesse nazionale. Comprensivi di opere e interventi necessari per la loro realizzazione, sono considerati di pubblica utilità dunque indifferibili ed urgenti

L’articolo 3 afferma poi che la realizzazione di progetti strategici va presentata al “punto unico di contatto” presso il Mase che sente in maniera non vincolante le amministrazioni locali e rilascia le concessioni. 

Al comma 2 si parla dell’autorizzazione unica rilasciata dalla competente direzione generale del Ministero delle imprese e del made in Italy: MIMIT. E’ il Dicastero alle dirette dipendenze del ministro Urso, uno, non proprio autonomista nel DNA politico 

Comprendiamo che queste nostre considerazioni possano essere tacciate di allarmismo. 

Più e più volte tuttavia abbiamo visto Roma tentare di mettere da parte i dettami della nostra Autonomia. Non solo chi ha governato negli anni ‘10 – ad esempio – ricorda la gravità degli effetti della “Spending Review” voluta da Roma, alla faccia del nostro Statuto. Ad aggravare il quadro ci pensa poi lo stesso ISPRA. In una sua recentissima presentazione dal titolo “LA SITUAZIONE NORMATIVA DELLE REGIONI IN RELAZIONE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE MATERIE PRIME CRITICHE”, in una slide presentata affermava che

1. Le Regioni, che esercitano una piena competenza amministrativa per il conferimento dei titoli minerari relativi alle materie prime critiche, applicano la legislazione statale vetusta e non possiedono le competenze tecniche e amministrative per autorizzare e controllarne la ricerca e lo sfruttamento.

2. Le stesse Regioni, per la gran parte. hanno una visione dell’interesse economico delle attività estrattive limitato alla singola realtà regionale, e non percepiscono, se non il qualche lodevole caso, l’interesse nazionale.

3. Gli interessi localistici, talvolta, sono prevalenti su quelli nazionali

Allora: il Movimento Casa Autonomia.eu si sente particolarmente legato ai valori dell’Autonomismo. Per questo non ce la sentiamo di lasciar passare in silenzio la questione.

Attraverso un’interrogazione daremo modo alla Giunta di spiegare se e dove i nostri dubbi sono fondati. Diversamente, sarà legittimo chiedersi se sia stato fatto tutto il possibile per poter tutelare gli interessi delle nostre valli e dei  concittadini che le abitano.

Lo facciamo mossi dal desiderio di stigmatizzare un duplice silenzio. Quello dell’amministrazione Provinciale sorprende poco. Si tratta ormai una triste realtà, sempre leale alle scelte di un governo statalista nazionalista. 

A sorprendere maggiormente però è invece l’atteggiamento degli autonomisti che per contratto a chiamata, siedono attualmente in Giunta provinciale. Sarà forse dovuto a questo il mutismo dei discendenti diretti di quegli storici autonomisti che furono schietti e genuini interpreti delle prerogative di autogoverno che un tempo abitavano il loro partito? Che fu ad esempio quello che subito si mosse sulle barricate in Val Rendena non appena era stata paventata un’ipotesi di avviamento di attività estrattiva di Uranio. 

“È colpa di Roma, ci dispiace, di più non si poteva fare” non può bastare L’unica risposta tollerabile è “se il Trentino non sarà d’accordo di nuova attività estrattive non se ne potrà parlare” E’ solo quest’ultima, l’unica risposta accettabile all’interrogazione che abbiamo appena depositato.