Allarme zootecnia un tris di proposte per non lasciare nulla di intentato.

Da Paola Demagri

Non ha certo bisogno di avvocati della difesa il sistema zootecnico Trentino. Che tuttavia non può vivere di silenzio e di accettazione di quello che amministrativamente parlando passa il convento. E’ per questo che MCA.eu ha voluto raccogliere le numerose lamentele del sistema allevatoriale provinciale. Un’organizzazione che possiede certo propri canali di dialogo, assolutamente autorevoli. Parliamo di Federazione allevatori, Tavolo verde, rappresentanze sindacali e Consorzi raccolta e lavorazione latte.

Questo momento di denuncia pubblica delle difficoltà è dunque un semplice affiancarsi alla loro voce.  Racconta ai professionisti del comparto e al Trentino tutto, che anche le forze politiche di minoranza si vogliono unire ai problemi degli allevatori. Per questo ringraziamo i colleghi di Coalizione per aver accettato senza indugio di condividere e sostenere le preoccupazioni esposte qui oggi.

Da un lato ricordando al Trentino e ai suoi ospiti che se c’è un bel territorio coltivato da vivere nel tempo libero o sul quale costruire la propria attività turistica è perché c’è chi lo coltiva.  Guarda caso le zone maggiormente vocate a indirizzo turistico sono anche quelle con il sistema agricolo più sviluppato. Ci chiediamo cosa ne sarebbe della Val Rendena e della Val di Fassa se non ci fossero le vacche e gli allevatori che coltivano i loro prati. 

In secondo ma non secondario luogo vogliamo ricordare all’amministrazione provinciale che ciò che si sta facendo non è sufficiente. 

Nel recente convegno sulla zootecnica di montagna tenutosi alla FEM qualche tempo fa, la Giunta ha voluto accomiatarsi dagli astanti invocando un tavolo di confronto con gli allevatori.  Come è giusto che sia a quel tavolo le forze politiche di minoranza Provinciale non sono invitate.  Tuttavia possiedono degli strumenti di proposta che oggi qui, in questa conferenza stampa, intendiamo utilizzare. 

Sono tre indirizzi precisi che derivano dalla nostra attività di intelligence dei problemi del comparto, dal lavoro quotidiano di relazione con gli allevatori e dalla decisione di affiancarli nelle loro preoccupazioni attraverso le opportune sedi istituzionali. 

Non siamo qui a inseguire il mito altoatesino, nonostante i nostri “cugini” a nord, allevino un numero di animali triplo rispetto al nostro, intendiamo attribuire questa diversa mentalità d’impresa agricola come legata anche al sistema del Maso chiuso. (vedi sotto dati allegati).

Di fatto però in Trentino gli animali continuano a calare, statistiche alla mano, in particolare in questi ultimi anni. Calo di terra coltivata e numero di animali sono comunque risparmiati dal fatto che le aziende più strutturate tendono ad ingrandirsi con l’evidente vantaggio di permettere al territorio di continuare ad essere coltivato.

Anche in questo caso la fotografia della situazione è resa particolarmente evidente dalla raccolta dati della BDN zootecnica, accessibile a tutti e rappresentata qui sotto

Tuttavia con una PAC in contrazione e con un prezzo del latte costantemente alla mercé del confronto europeo il futuro è piuttosto oscuro. A pesare, inoltre, un modello di vita cioè quello dell’allevatore, fatto di un impegno h24-365 giorni/anno, è piuttosto facile capire perché in questo settore il ricambio generazionale sia merce piuttosto rara. 

I dati qui sotto, pur non freschissimi, comparano la bovinicoltura con gli altri settori e aggiungono qualche ulteriore dato di contesto.

orto-fruttaviticolturazootecnia
480 milioni € valore di produzione 400 milioni € valore produzione 120 milioni € valore prod. latte 

12.000 ettari

10.500 ettari 
35 mila ettari prato90 mila ettari pascolo 45mila bovini35mila ovicaprini150 mio litri latte 
8.000 aziende 7.600 aziende 700 aziende professionali
20% circa produzione nazionale1% produzione viticola nazionale (spumante 45 %) 1% circa produzione nazionale
1,4 ettari superficie media aziendale1,2 ettari superficie media aziendale25 capi bovini media aziendaleresa media latte/capo/anno 80 q.li

Ultimo ma non ultimo il dato politico. L’amministrazione Provinciale non ha voluto dare al dicastero dell’Agricoltura l’importanza che meritava, gravando l’ assessora incaricata di ulteriori impegni che la distrarranno dai propri complicati compiti.  Tra Regione, Enti locali, l’amata importantissima melicoltura e la viticoltura che tanta fortuna elettorale le ha portato sarà molto difficile pensare che riusciremo a vederla ritagliarsi qualche tempo in qualche stalla a contatto con la materia amministrata.