Oggi sul vostro giornale ho letto e riletto quanto ha scritto il segretario del PATT (Patt nuovo) Simone Marchiori. Ritengo doveroso da parte mia come ex presidente onorario del PATT (Patt vecchio), con una lunga storia autonomista alle spalle, esprimere rispettosamente un commento. Ho, come tutti, i miei difetti, ma mi è riconosciuta sincerità (non ingenuità) e franchezza.
Ebbene, molto brevemente. Dopo un’attenta lettura di quanto scritto dal segretario mi sono chiesto: ma in concreto cosa è stato detto? Come è stata giustificata nei fatti la scelta compiuta andando con la LEGA per riferirci solo a questo Partito? Chi legge l’intervento alla fine rimane ancora al buio; luci non se ne sono accese. Cosa si è detto del “pane quotidiano”? Perché di questo vuol sentire parlare la gente. La teoria si deve coniugare con la pratica. Anche nella Religione e precisamente nel Vangelo si dice che “la fede senza le opere è morta”.
Incominciamo da un po’ di storia. Il PATT, dopo tanti anni all’opposizione, è andato al Governo con Andreotti nel 1993. Ha terminato nel 2018 una positiva esperienza governativa nel centro sinistra con Rossi del PATT presidente. Solo la richiesta del PD per un avvicendamento alla presidenza ha fatto saltare la continuità con Rossi e questo errore ha regalato alla destra il Governo Provinciale. Non erano in discussione né la bontà e la capacità di Rossi, né la positività della coalizione.
Visto come ha governato la Provincia, in questi cinque anni, la destra, con in testa la Lega, e come hanno fatto opposizione le minoranze, compreso il PATT, si pensava che fosse logica la riedizione del centro sinistra per tentare di riprendere il governo provinciale. In questa direzione, anche se non formalmente, si era espresso il Congresso dell’aprile 2022. Basta andare a leggere (le parole volano, ma gli scritti rimangono) quanto aveva dichiarato il sottoscritto in apertura dei discorsi politici. I numerosi e calorosi applausi di assenso erano stati eloquenti. E per inciso il contenuto del mio intervento era noto alla direzione perché inviato preventivamente ed, a mia piacevole sorpresa, era stata data la precedenza assoluta nell’ordine degli interventi.
Ma anche il segretario non aveva lesinato critiche puntuali a questa maggioranza. Si pensava pertanto naturale l’immediato approccio con le forze politiche del centro sinistra. Ma non è andata così. Si è voluto subito mescolare le incompatibilità invitando rappresentanti dell’attuale maggioranza con Campobase. Senza giudicare nessuno, ma stando ai fatti, Campobase con chiarezza non accettò l’incontro con chi condivideva con la Maggioranza in carica il Governo Provinciale.
Ma il PATT non interruppe il suo percorso verso destra. Inutile era stato il mio appello in Consiglio Provinciale di cambiare rotta, invocando coerenza allo Statuto, laddove si parla di antirazzismo, e ricordando l’orientamento uscito dal Congresso. Dichiarai anche che se si fosse proseguito con accordi verso destra avrei lasciato il Partito e restituito la presidenza onoraria. Per me la coerenza viene prima di tutto. Anche i partiti sono mezzi non fini. Ma nulla è avvalso per far cambiare idea.
E così si è giunti all’attuale accordo con la Lega. Scusate se parlo terra a terra. Ma non era più logico riprendere il dialogo, per l’esperienza rivelatasi positiva, con il centro sinistra che fare accordi con chi si era criticato per tutta la legislatura su fatti concreti? Basterebbe parlare della sanità e della solidarietà, dove per questa la politica della destra va chiaramente contro lo Statuto. E lo Statuto lo conosco molto bene per essere stato un protagonista nella sua stesura.
Per quanto riguarda l’Autonomia, sicuramente è un mezzo molto prezioso da difendere a denti stretti. Se fondamentale è averla, è ancora più importante come si utilizza o non utilizza. Perché si può ignorarla come utilizzarla male. È qui che fa la differenza: come si coniuga il dire con il fare. L’autonomia non va idolatrata, non è una bella statuina, dev’essere qualcosa di concreto che si traduce nel pane quotidiano (salute, assistenza, solidarietà, lavoro, ambiente, economia ecc…).
Chiudo, chiarendo al segretario Simone che non c’è assolutamente nulla di personale in questo mio scritto, ma solo diversità di scelte. Ho sentito il dovere di dire solo “la mia”, sempre per il BENE COMUNE. Io preferisco il vecchio PATT a quello nuovo e lascio ai lettori fare la scelta fra i due. Sia chiaro che il vecchio PATT non formale, ma nella sostanza, ora si chiama Casa Autonomia.eu ed è qui che politicamente abito anch’io. Auguri di ogni bene a tutti.
Luigi Panizza ex Assessore Provinciale e componente “Casa Autonomia.eu”