Oggi, lunedì 6 marzo, il Movimento Casa Autonomia.eu, davanti agli organi di stampa, ci tiene a specificare i motivi alla base della propria partecipazione all’ostruzionismo contro il ddl 135. Argomento controverso, già affrontato più volte del Movimento in giallo. In Commissione e nelle sedi dedicate abbiamo già fatto sapere la nostra posizione alla “rivoluzione” del sistema educativo calata dall’alto dalla Giunta Provinciale.
“A marzo 2022 si apre la discussione sul ddl 135 , ovvero il disegno di legge che mira ad accorpare i sistemi 0-3 e 3-6 in un unico sistema 0-6. Da subito però appare evidente che la rivoluzione del sistema non sia voluta né condivisa da parte di chi vive e lavora al suo interno. Lo stesso Assessore in apertura non si sbilancia e non indica la volontà politica della Giunta, che invece traccia la proponente Masè”.
“Passano i mesi e il sistema si rivolta, sentendosi schiacciato tra le spire di interessi politici poco chiari che non hanno certo come interesse primario il benessere dei primi fruitori del servizio: i bambini. Poco importa alla Giunta del percorso conciliativo, educativo, formativo, pedagogico e di sviluppo dei più piccoli. Interessa solo portare avanti la propria idea politica, senza nemmeno confrontarsi con professionisti ed esperti del settore”.
“Al contrario come Casa Autonomia.eu abbiamo incontrato e ascoltato, in solitaria e con i consiglieri della coalizione, le idee di insegnanti, sindacati, coordinatori, rappresentanti del sistema e famiglie. Il tutto al fine di portare in aula gli interessi della popolazione, compito letterale di un rappresentante”.
“Questo dialogo costante con il sistema socioeducativo e con tutto il territorio ci ha portati a stabilire una nostra posizione e a concordare e partecipare all’ostruzionismo in aula. Una posizione che si basa su alcuni semplici principi di seguito elencati”.
1. Sì ad una revisione del sistema 0-6, ma non con una cerniera da 135 cm;
2. Sì ad un metodo estensivo e non verticistico, dove solo la politica sia coinvolta nelle decisioni;
3. Sì all’ascolto dei pareri autorevoli di pedagogisti, formatori ed educatori;
4. Sì al miglior utilizzo delle strutture presenti sul territorio;
5. Sì al proseguimento di un servizio 0-6 pensato e progettato dal basso nei vari territori, senza necessità di nuove norme, come quello già avviato a Ruffrè o Pellizzano, e che sia funzionale al sistema e non ad altro;
6. Sì a chiedere alla proponente di ritirare il ddl, al fine di far sedimentare l’ostilità e la contrapposizione che sono scaturite in questi mesi, per poi ripartire con il metodo dell’analisi del bisogno, la proposta e l’ascolto.