In queste ore, il patt-leghista registra una doppia sconfitta. Innanzitutto verso gli autonomisti liberi di pensiero, che possono finalmente salutare con sollievo la sentenza Kaswalder – Pruner a favore del secondo.
La seconda debacle l’ha confezionata il loro rappresentante capitato in Giunta Provinciale per nomina e non per voto popolare.
Da giorni ormai, è assente dal Consiglio provinciale mentre si discute di Valdastico.
Così il Patt, da un lato rimane lontano dall’aula, dall’altra, pur di provare a spiegare che c’è coerenza tra le affermazioni fatte in passato e i suoi comportamenti di oggi, emette comunicati stampa che hanno il suono dello stridore di unghie di chi prova ad arrampicarsi sui vetri dell’incomprensibile.
Se pensiamo ad un paio d’anni fa, quando i giornali all’indomani dell’ultimo congresso Patt, titolavano “mai con la lega” e guardiamo dov’è oggi, possiamo certo comprendere i motivi dello scisma dentro all’ormai ex partito autonomista.
Ad venir letteralmente stomacati da questo stato di cose, nel voto provinciale di ormai un anno fa, si coalizzarono 10mila (diecimila) persone. Lo stesso numero che i vertici autonomisti-ormai leghisti hanno consegnato all’abbraccio mortale dei dorotei, alleati in Trentino ai partiti di Salvini e Meloni.
Ecco perché per dignità politica, un gruppo responsabile di autonomisti, ha preso armi e bagagli ed ha abbandonato questo coacervo di interessi e contraddizioni fondando MCA.eu ormai già un paio d’anni fa. Continuando ad acquistare fino ai giorni nostri appeal e valore politico.
E a nulla vale che l’attuale dirigenza del Patt stia impostando una narrazione secondo la quale chi ha da dato vita al movimento di Casa Autonomia.eu, avrebbe “spaccato” il Partito e per questo varrebbe meno. 10 mila persone sono un po’ tantine, almeno in Trentino, per provare ad azzardare che stiamo parlando di un solo cenacolo di amici.
Tra l’altro, gli scontenti non sono migrati tutti in MCA.eu. Molti tra loro, rimasti nel patt, sperano invano ancora in un ripensamento, nonostante i destroidi soddisfatti dalla scelta siano sempre in minor numero. Lo certifica il numero di tesserati. Sempre più basso.
Molto probabilmente, a pesare sull’appeal del partito pesano alcuni grossi elementi.
In primis, il fatto che da oltre trent’anni nella dirigenza sia costante la presenza di una persona in particolare. Se ne sono accorti anche i dorotei neo inseriti, che per questo ora chiedono (invano) la testa dei vertici. Pena un altro nuovo scisma.
Secondo motivo: a fronte di comportamenti fotocopia dei leghisti, chi è vicino alla destra preferisce votare l’originale.
Infine, a pesare sui vecchi autonomisti, gravano tutte le loro contraddizioni. Quel Grisenti che un tempo definì Panizza “sottoscala della giunta” ora vanno d’amore d’accordo. E per un posto di lavoro a contratto in giunta provinciale, va benissimo rinnegare il proprio passato nel centro-sinistra. Fino ad arrivare apparire e scomparire durante le delibere sulla Valdastico. Le bugie hanno le gambe corte, anche per chi ha sempre la scusa pronta.
Eppure, l’anima dell’Autonomismo vero vive ancora in molti tra i trentini. Non è certo nelle mani quel manipolo di politici alla ricerca di incarichi che oggi provano a spiegare che anche la Meloni, adesso, è più moderata di un tempo. Così facendo hanno finito per trasformare l’ormai ex Partito autonomista, eredità di un grandioso Enrico Pruner, in una filiale sottesa tra gli interessi politici della lega e di una singola figura dentro al Patt.
Casa Autonomia.eu, ospita chi apprezza coerenza, lealtà e sincerità di chi, portando avanti autonomismo e progressismo, vuol star lontano dai giochi di potere. Di pochi. Forse di uno solo.