E’ di questo periodo l’attività di alcune persone responsabili che stanno gestendo a livello comunale un momento di ascolto per disegnare il futuro della comunità clesiana del prossimo decennio. Faccio parte anch’io di questo gruppo che tra le varie priorità si trova sempre più spesso a parlare della futura Variante di Cles. E nel mio ruolo di Consigliere provinciale avverto il doveroso impegno di rilanciare le preoccupazioni della Comunità alla quale sento di appartenere, all’agone della critica politica che è propria della sede istituzionale presso la quale opero.
Ebbene, come sappiamo i benefici di quest’opera sono attesi da anni. Si rifletteranno non solo sulle valli del Noce ma più ampiamente su quella parte di comunità Trentina e pletora di turisti che trovano sempre più trafficato e caotico l’attraversamento del nostro Centro di Valle.
Di inizio lavori non se ne vede nemmeno lontanamente l’ombra. Eppure, il progetto è stato approvato anzi appaltato già qualche anno fa ma una serie di vicissitudini lo hanno portato a rimanere inevaso fino ai nostri giorni,
Finora, l’unico vero concreto impegno in sei anni di amministrazione leghista è stato quello di piantare un cartello di inaugurazione all’entrata del paese quindici giorni prima delle ultime elezioni. Oggi finalmente pare sia in arrivo una soluzione a questa lunga attesa. La proposta, non sarà però scevra da ulteriori problemi. Il tracciato solcherà la borgata di Cles in particolare tra le frazioni di Maiano e Dres. Queste belle località si dovranno dunque accollare il disagio paesaggistico ambientale e non solo, di questa importante arteria stradale. Pare tra l’altro che le modifiche progettuali recentemente inserite, oggetto di osservazioni in attesa di risposte, peggioreranno il locale impatto dell’opera.
Ma senza entrare nel merito del perché o del per come si sia arrivati a questo tipo di variante ne approfittiamo per sottolineare che la zona è comunque già attraversata anche dal tratto ferroviario della Trento-Malè. Tanto sostenibile quanto fastidiosa mobilità poiché attraverso i suoi passaggi a livello ostruisce, verso Maiano, il passaggio da una parte all’altra della frazione anche per periodi superiori ai 20 minuti. Già qualche anno fa la comunità locale chiese la rimozione di questo disagio attraverso l’interramento. Non poteva non balzare ai nostri occhi l’opportunità di valorizzare le risposte alle risorse risparmiate attraverso questo nuovo progetto in una forma di compensazione per il disagi alla località.
C’è poi un ulteriore aspetto inquietante che è emerso in questo intertempo di attesa di avvio dei lavori. Gli errori amministrativi, le falle di un sistema di appalti e di progettazione abortite, riprese, variate nel tempo più e più volte dal loro aspetto originale, avrebbero almeno dovuto manifestare il pregio di risolvere alcuni dei problemi originali.
Ed ecco invece che il traffico ferragostano, le interminabili code di veicoli di provenienza solandra hanno fatto accendere più di un lume nel pensiero di tanti cittadini. Pare infatti che la nuova progettata variante presenterà ben tre nuove rotatorie. Immettendosi tra l’altro, poco prima di un complicatissimo vialone a tre corsie che dovrebbe regolare gli accessi ai centri commerciali. L’intrico di carreggiate finirebbe soltanto per aggiungersi alle probabili tre rotatorie che a quanto pare dovrebbero caratterizzare la nuova variante, quando anzi – chissà quando – entrerà in funzione. Ci chiediamo se davvero tre rotatorie, sicure origini di vari stop&go e rallentamenti, siano davvero parte integrante ed inamovibile di un progetto già approvato? E qualora così fosse, ci chiediamo se sono state davvero prese in considerazione tutte le simulazioni di traffico futuro per capire quanto incida sul rallentamento del flusso veicolare, questa probabile soluzione a triplice rotatoria?