UNA STRATEGIA SENZA STRATEGIE:

Da Paola Demagri

tra sciatteria istituzionale e solita mancanza di prospettiva

I consiglieri e le consigliere di minoranza : Francesco Valduga, Paola Demagri, Mariachiara Franzoia, Paolo Zanella

Oggi in Prima Commissione le minoranze consiliari hanno bocciato la Strategia provinciale per la XVII legislaturaD’altronde si tratta di una programmazione lacunosa e general generica, che dice poco o nulla su come si vogliono raggiungere gli obiettivi in questi cinque anni (peccato che il “come” sarebbe proprio la strategia…) e che tra l’altro è spesso incoerente rispetto alla Strategia Provinciale per lo Sviluppo Sostenibile, a partire dalla riproposizione della Valdastico. SProSS che è stata votata la scorsa legislatura evidentemente più per obbligo derivante dall’Agenda 2030 che perché ci si creda realmente, visto che in più occasioni la Giunta ha dimostrato che la sostenibilità non è tra le sue priorità.

L’assenza di Fugatti oggi in Commissione per replicare alle nostre osservazioni, poi, dimostra quanto sia importante per questa Giunta una visione complessiva da mettere in campo nel medio-lungo termine. La replica dell’assessore Spinelli alle nostre osservazioni è stata – pare impossibile – più vuota della Strategia stessa. Restano quelli di sempre, che prendono decisioni estemporanee di sei mesi in sei mesi, dal bilancio all’assestamento (al netto delle grandi opere, per le quali ci sono sempre milionate da accantonare che poi mai ricadono a terra), anche ora che la scusa del CoViD non c’è più. E lo si vede proprio in questa Strategia provinciale, povera e incoerente sin dalla premessa, con un’analisi del contesto socio-economico dove le priorità citate da Fugatti a inizio legislatura scompaiono: non si portano dati sull’emergenza casa, sui salari più bassi del Nordest, sull’aumento delle disuguaglianze, sulla spesa per la sanità privata direttamente a carico dei cittadini più alta d’Italia.

Al di là della sciatteria generale e delle legittime posizioni politiche su alcuni temi che segnano la distanza tra chi governa e noi all’opposizione, ciò che salta all’occhio è la mancanza di proposte in risposta ai problemi identificati. Sulla carenza di personale nei Comuni nulla si dice sull’incentivazione delle fusioni, delle gestioni associate o di altre proposte credibili che rafforzino le autonomie locali e nemmeno del trasferimento di competenze alle Comunità di Valle. Sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, dopo anni di ragionamenti ancora non si esprime nessuna posizione su tipologia di impianto, dimensionamento e localizzazione. Nulla su un piano per il risanamento degli acquedotti, sulla strategia per il rinnovo delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche per mantenerne il controllo territoriale, sul sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili, sull’efficientamento delle abitazioni e sul contrasto alla povertà energetica. Come fossero temi secondari in questo momento storico. Nemmeno sui nidi d’infanzia si esplicita se si vuole andare o meno verso l’universalità e la gratuità, visto che ormai il trend della (de)natalità con la politica dei bonus si sta allineando a quello nazionale. Poco pure sulle strategie per contrastare il persistente divario di genere. Sui salari si dice solo che si deve cercare di alzarli, ma non si spiega con quali leve: incentivando selettivamente le aziende e favorendone la crescita dimensionale per aumentarne la produttività? trasferendo più risorse per gli affidamenti dei servizi per garantire contrattazioni integrative migliori nel terzo settore? Nulla è dato sapere. Sull’abitare poi manca completamente l’idea di un piano di edilizia residenziale pubblica e non si accenna nemmeno al problema degli affitti turistici brevi che erodono il mercato residenziale, figurarsi a possibili risposte. Sulla sanità l’approssimazione è massima, tanto che è su questo tema che è arrivato il numero più alto di osservazioni dai cittadini e organizzazioni interessate: il ruolo della prevenzione invece che essere centrale è solo accennato, manca un progetto di riorganizzazione del territorio e le strategie per l’integrazione socio sanitaria e non si definiscono leve per il trattenimento e l’attrattività del personale per garantire il funzionamento della sanità pubblica e universalistica. E quasi nulla si dice del sociale e disabilità. Sui grandi carnivori, poi, tema principale di campagna elettorale di questa maggioranza, ci si ferma alle enunciazioni di principio.

Insomma letto il documento ci si rende conto che si tratta di una Strategia senza strategie, dove manca una prospettiva di sviluppo del territorio e che di fatto è stata scritta solo perché si doveva farlo, sapendo già che tanto per altri cinque anni si continuerà comunque a navigare a vista. E i grandi cambiamenti in atto nessuno li governa, con buona pace dei trentini e delle trentine.