Il Gruppo consiliare MCA.eu, attraverso la sua Consigliera Paola Demagri, ha voluto stimolare la Giunta su uno scottante problema per il Turismo e gli appassionali delle ruote a raggi in Valsugana. Una frana, blocca una delle attrazioni forse più importanti del luogo, senza che dalla politica locale arrivi qualcosa di più che un semplice annuncio.
Con una specifica interrogazione chiediamo lumi su questa vicenda apparentemente non ancora in via di soluzione.
A seguire, eccone il testo in via di deposito.
La ciclabile del Brenta è una vera attrazione per turisti e appassionati non solo della Valsugana. In attesa del collegamento definitivo con Trento, parte comunque da Pergine e arriva a Bassano. Ma se vogliamo darle l’importanza che merita, più ampiamente rappresenta l’asse di collegamento tra Monaco e Venezia. La riprova sono i numerosissimi turisti tedeschi che la calcano in ogni stagione.
In località Pianello di Grigno si registrano i passaggi tra Veneto e Trentino e nel 2023 se ne sono contati oltre 100.000. Dato destinato a rimanere non confrontabile con l’anno in corso visto che a causa di una frana, la ciclabile è preclusa al transito ormai da mesi. È pur vero che il problema è accaduto in territorio veneto tant’è che a risponderne, per altro con cura e puntualità, è il sindaco di Enego. Alla Stampa locale, racconta del suo puntuale interessamento alla vicenda. E’ un episodio che ha coinvolto la regione Veneto per competenza e la Provincia autonoma di Trento per conoscenza.
Ma al di là dei vari interessamenti il dato di fatto è che la stagione turistica è praticamente avviata e di lavori di riapertura non se ne vede nemmeno l’ombra.
Attualmente per bypassare il tratto chiuso senza dover affrontare le forche caudine della ss47 – che peraltro è vietata alle bici -, si deve prendere il treno tra Cismon e Primolano. Come se non bastasse però, va constatato che l’alternativa del treno è praticamente un’illusione. I treni che possono trasportare bici sono una misera manciata (pare quattro) e i bus sostitutivi addirittura non le caricano. Eventualmente, in bici è possibile fare una chilometrica e complicata deviazione fino ad Arsiè per poi scendere nuovamente a valle.
Nel frattempo tra i tanti superficiali annunci, proprio della politica locale, è difficile capire cosa possa davvero servire per programmare i necessari interventi di messa in sicurezza e riapertura del percorso, e soprattutto come, quando e da chi verrà finanziato il ripristino.
Eppure la soluzione a questo rebus, potrebbe diventare un’interessante palestra ed esercizio anche per quegli assessori della giunta Trentina che qualche tempo fa consideravano pubblicamente i Fondi per i Comuni di confine come qualcosa di inutile e da rimuovere. Se Grigno ed Enego potessero ora collaborare nell’interesse collettivo, ne beneficerebbe non solo la Regione vicina ma l’intero comparto turistico locale.
Di certo, è necessario passare dai propositi e annunci alla proposta di soluzioni concrete come non sembra riuscire a fare il Governo trentino di oggi. Sembra quasi far fatica a trovare la sua dimensione amministrativa facendo riaprire ciclabile anziché continuare soltanto a parlarne.
Tutto ciò premesso abbiamo voluto interrogare la Giunta provinciale per sapere:
quali tipi di interessamento e attività ha intrapreso la PAT, per incentivare la riapertura della ciclabile del Brenta nel più breve tempo possibile?