Cordoglio, dolore, strazio per ciò che rappresentano queste immani tragedie: a cosa possono servire queste parole? I femminicidi, recitati ormai tragicamente al plurale stanno sconvolgendo le coscienze della nostra società. Una piaga subdola assolutamente imprevedibile. Colpiscono improvvisamente, senza senso. Picchiano profondamente, feriscono tutti, anche quelli non direttamente interessati generando una diffusa sensazione di impotenza. Perché dentro alle famiglie colpite potrebbe esserci ciascuno di noi. Così il cordoglio, lo strazio e la disperazione non possono bastare. Né si può trascurare di prendere in considerazione qualsiasi intervento possa mitigare il rischio di reiterazione.
Psicologi, assistenti sociali, forze dell’ordine e gruppi di ascolto, magari coordinati in nuclei di professionisti organizzati potrebbero coltivare lo scopo di intercettare sul nascere le potenziali situazioni di pericolo.
Nel frattempo, nel medio – lungo periodo i corsi di genere nelle scuole di ogni ordine grado, potrebbero forse aiutare. È fondamentale educare le nuove generazioni alla parità, un compito che spetta anche al mondo della scuola. L’uso di strumenti educativi declinati per la
scuola, per affrontare tematiche quali quelle della violenza del sessismo e della discriminazione. Non andrebbe inoltre dimenticata la promozione dell’ascolto della coppia. In qualche caso si riuscirebbe ad intercettare qualche fragilità nei momenti più critici , quali la separazione, che una coppia potrebbe dover affrontare.
Siamo consci che sarebbero pochi i casi. Soprattutto perché sono pochissimi gli uomini che cercano aiuto. Al contrario delle donne, intimorite, sofferenti, preoccupate per se stesse e per i figli. Gli esperti di settore raccontano che arrivano da sole, con gli uomini chiusi nei loro pensieri e nelle loro azioni, che non condividono con nessuno.
Siamo tutti bravi a piangere ed a indignarci ma siamo sicuri che a parte i familiari e gli amici fra qualche mese tutti si dimenticheranno di questo terribile accadimento come già successo in analoghe situazioni. Solo azioni sociali, formative, educative e di supporto potranno tenere attivo il pensiero negli uomini e nelle donne con la speranza di poterlo disseminare affinchè diventi strumento di prevenzione sociale.
Il Direttivo del Movimento di Casaautonomia.eu