Si dice che i panni sporchi vadano lavati in famiglia. Non avevo panni sporchi da lavare ma divergenze politiche che hanno diviso le nostre strade. La metafora riguarda ovviamente le recenti vicende tra me e il partito al quale appartenevo fino a qualche giorno fa.
Un pò di storia personale
Entrai nel PATT nel 2016, ero amministratore di una RSA e mi dissero che dal mio operato traspariva l’aria di una vera autonomista. Da Presidente facevo semplicemente il mio lavoro forte dell’esperienza professionale che avevo maturato, accompagnata dalle doti morali e principi, una grande tenacia e una squadra con la quale avevo condiviso un importante obiettivo da raggiungere. La struttura era stata completamente ristrutturata e inaugurata nel giugno del 2013 e noi entrammo ad agosto con il compito di rinnovare un’organizzazione obsoleta nei processi e poi aprire le porte della RSA verso il territorio. Ci riuscimmo in pochissimo tempo.
Ero quindi sotto osservazione e chi mi accompagnò dentro il partito lo fece condividendo ( tutt’oggi) l’area valoriale che mi rappresentava.
Aderii al partito senza alcun dubbio perché lo Statuto che avevo letto e riletto sentivo che mi apparteneva nei principi ideologici, nelle finalità di partito e nell’indirizzo politico.
Fu così che quindi accettai di candidare. Le vicende politiche del 2018 indussero il partito ad una corsa in solitaria con il dogma di essere alternativi alla Lega che il vento in poppa dava già per vincente. E così fu, sia per la Lega che arrivò al governo della Provincia che per il Gruppo Consiliare di essere alternativo alla Lega. La maggioranza del Gruppo fin dall’iniziò lavorò con il compito assegnato dagli elettori: fare azione di controllo e opposizione costruttiva.
Il congresso del 2022
Ad aprile si celebrò il Congresso lanciando il percorso per costruire un’alternativa all’attuale coalizione di Governo provinciale. Applausi e consensi che il Segretario ottenne dopo aver dichiarato che le Stelle Alpine erano pronte per il progetto del 2023 nell’interesse del Trentino, ed era imprescindibile un cambio netto in vista delle elezioni provinciali.
Sono però bastate le elezioni nazionali per confermarci, e non solo a me e al Collega Dallapiccola ma anche a tesserati, simpatizzanti o semplici osservatori delle dinamiche politiche che il Progetto alternativo non era più coerente con il PATT che avevo conosciuto. Aveva sancito un’alleanza con un partito in coalizione con l’attuale maggioranza tentando di spostare il principio da “alternativo” a “territoriale”.
Responsabilmente con il collega Dallapiccola e molti tesserati abbiamo portato la discussione dentro il partito, anche con azioni forti ma per come sono andate le cose nulla è servito.
Il PATT la sua scelta l’ha fatta, o addirittura subita ma ormai poco ci importa, rimarrà qualche giorno l’amaro in bocca perchè non è mai bello andarsene dal luogo in cui hai riposto e trovato idee, pensieri, persone, relazioni e collaborazioni.
Resterà per me un’esperienza positiva, che porterò nella cassetta degli attrezzi che ho davvero arricchito in questi quattro anni da Consigliera provinciale.
Oggi
Ora non c’è miglior chiave che la volontà, di aprire una porta che guarda nell’alveo dei valori che mi hanno accompagnata in tutti questi anni e che con il Collega Dallapiccola ci piace definire dell’autonomismo popolare democratico.
La squadra è pronta, l’entusiasmo è alto, la motivazione non manca il coraggio è la rampa di lancio. Tutti ingredienti base fondamentali per portare avanti le questioni di interesse dei trentini: l’ambiente, il sociale, il benessere della persona, le politiche familiari e del lavoro, il regionalismo, l’europeismo.