Non saranno le norme e i documenti a consentire al Trentino di distinguersi anche a livello nazionale nell’ambito della disabilità e dell’inclusione sociale. Il volere deve essere principalmente politico e successivamente di stanziamento di risorse a sostegno di Enti, associazioni e famiglie che ogni giorno si occupano di disabilità.
Anzitutto va modificato l’atteggiamento culturale sulla disabilità facendo prendere coscienza di che cosa essa significhi, attivando percorsi di rispetto, solidarietà e inclusione. Oggi la percezione della condizione di disabilità è alterata dall’egoismo e dalla cecità. Manca spesso nelle persone la consapevolezza del vissuto dell’altro sia esso disabile o persona direttamente coinvolta nell’ambito della disabilità.
Il primo impegno deve avvenire nella scuola come ambito di socializzazione extrafamiliare, poi quello extra scolastico e ludico e infine anche quello lavorativo e sociale. Nell’ambito scolastico è necessaria la formazione di personale e il dialogo costante con le famiglie e con gli esperti dell’area sanitaria nonché con i referenti delle associazioni e degli enti in modo da avere un confronto sulle possibili realizzazioni di processi ampi e quindi inclusivi.
Qualche bell’ esempio in Trentino lo abbiamo già dal quale prendere spunto. Le esperienze trentine come per esempio ANFFAS, Casa Sebastiano, le Cooperative sociali possono attraverso la loro esperienza favorire la programmazione politica per i prossimi anni.
Non può essere esaustivo chiedere l’implementazione di risorse economiche ma il programma potrà essere completo se sarà individuato in maniera specifica l’obiettivo finale di ogni Ente, associazione o nucleo coinvolto comprese le famiglie.
Mi sia consentito esternare questa riflessione dopo aver presenziato alla giornata dedicata ai giochi olimpici organizzata da ANFFAS nella giornata di venerdì.
Il clima era festoso e la gratitudine di ogni persona coinvolta è stata espressa attraverso sorrisi e altre manifestazioni di felicità.
Integrare le persone disabili è la grande sfida che può essere vinta attraverso la collaborazione di tutti.
Non basta integrare la diversità ma è necessario creare condizioni dove fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando gli ambienti, la prassi, in base ad ogni specifica singolarità.