Coop in APSS: No grazie. La Sanità ha bisogno di professionisti che diano stabilità al sistema e non di pacchetti di prestazioni
Che il reperimento di risorse sanitarie sia un problema che parte da molto lontano a causa della mancata programmazione delle lauree quinquennali e specialistiche, è una questione che riguarda non solo il Trentino ma tutto il territorio nazionale.
In questa legislatura il Governo provinciale per provare ad aumentare la disponibilità di nuove risorse ha avviato delle azioni migliorative quali l’assunzione degli specializzandi, l’aumento del numero di borse di studio provinciali, l’implementazione dell’Università di Medicina e Chirurgia a Trento. Qualche passettino si è fatto.
Contestualmente però le perdite di professionisti sono talmente tante che non vi è equilibrio tra entrate ed uscite. Il personale migra da APSS e va verso il privato, si sposta verso l’azienda sanitaria di Bolzano, verso la vicina regione veneta e non da ultimo verso le Cooperative. La questione delle Cooperative è davvero la più preoccupante di tutte perchè il rischio che i dipendenti di APSS si licenzino ed entrino a far parte delle risorse che fanno capo alle cooperative è elevatissimo.
Come biasimare il medico che oggi lavora presso il Pronto Soccorso o un Punto Nascita ed ha come colleghi i cosiddetti gettonisti o dipendenti di una cooperativa e che fatti due conti decida di seguirli?
Essere dipendenti di APSS oggi non comporta avere delle opportunità in più, ma averne alcune e perderne altre.
Essere dipendenti significa stabilità, formazione continua, garanzia di avere assicurate posizioni economiche e giuridiche, sviluppo professionale, carriera. Oggi però essere dipendenti non garantisce più sviluppare il senso di appartenenza, essere più motivati, avere migliori relazioni, sentirsi parte di un gruppo, poter gestire meglio il tempo lavoro-famiglia.
Il rischio di un travaso di medici che da dipendenti possano passare alle cooperative è reale e imminente; la scelta deriva dal fatto che potranno andare a lavorare in periferia dove guadagneranno molto di più ed avranno da portare avanti la sola responsabilità clinico-professionale. Sarà sicuramente vincente anche la possibilità contrattuale personalizzata che avranno con la Cooperativa.
E a noi resta la Sanità come un colabrodo