La pandemia ha lasciato segni indelebili sulla popolazione mondiale e naturalmente anche su quella italiana e trentina. Le misure restrittive anche dure come i primi lockdown, la paura di ammalarsi, l’aver contratto la malattia magari in forma grave, la mancanza di socialità, l’isolamento e la solitudine, hanno sicuramente inciso sulla salute psico fisica di molte persone. Un’assistenza psicologica facilmente accessibile è innegabile possa aiutare a superare difficoltà che molto spesso non sono manifestate.
Ormai numerose ricerche sono concordi nel rilevare che esiste un malessere diffuso con disturbi mentali, seconda causa di disabilità. La pandemia ha accelerato ed evidenziato tale malessere. La sofferenza psicologica era per altro presente già prima della pandemia ma il SSP se ne è occupato poco.
Oggi è necessario fare delle considerazioni anche di tipo economico ( rapporto tra costi/benefici) e considerare che gli interventi psicologici sono un investimento che producono risparmio ( assenze dal lavoro, abbandono scolastico, stress ..).
Può la PAT incidere sulla salute individuale e collettiva?
Al fine di tutelare la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo, tenendo conto, in particolare, delle forme di disagio psicologico dei bambini e degli adolescenti, degli adulti e degli anziani conseguenti alla pandemia da COVID-19 la PAT ha il dovere di attivarsi . Può, deve, assicurare prestazioni psicologiche, anche domiciliari, a cittadini, minori ed adulti e garantire le attività previste dai livelli essenziali di assistenza (LEA)
Così come supportare il personale delle istituzioni scolastiche statali, gli studenti e le famiglie attraverso servizi professionali per l’assistenza e il supporto psicologico in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi. Interventi sullo stato di solitudine degli anziani a seguito di un lutto, dell’istituzionalizzazione, della lontananza dei figli per necessità lavorative.
Il PATT ha sentito la necessità di informarsi a tal riguardo per approfondire la questione tanto da richiedere all’Ordine degli Psicologi di poter intervenire in 4 Commissione per analizzare l’attuale scenario.
Quale futuro per la salute mentale?
Il malessere di una società che grazie a strumenti voluti e supportati dalla PAT ,e ampiamente raccomandati dal Ministero della Salute con Fondi dedicati, possa trasformarsi in benessere del singolo e della collettività
Oggi l’Unità Operativa di Psicologia dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari non garantisce ancora, come avviene per le altre professioni sanitarie specialistiche, l’accesso tramite CUP telefonico ed online (h.24) dell’APSS. I cittadini o le famiglie per prenotare una visita psicologica, o un esame psicodiagnostico, o per iniziare una psicoterapia devono rivolgersi solo ad uno dei diversificati numeri telefonici dei 10 servizi territoriali di loro residenza.
L’accesso all’assistenza psicologica risulta pertanto pesantemente condizionato: a) da orari telefonici legati alla presenza di giornate e orari lavorativi nelle singole sedi; b) dall’impossibilità di fruire dell’assistenza psicologica in sedi diverse da quella di residenza, il che limita l’opportunità di scegliere liberamente luoghi e tempistiche; c) da liste di attesa non aperte su tutto il livello provinciale. Ne è così gravemente limitata pure l’opportunità: a) di scegliere tra una lista di psicologi in attività libero professionale e/o in convenzione; b) di fruire di un invio da parte del medico di medicina generale con codice di priorità come succede per tutte le visite specialistiche. Si aggiunga che nell’ultima strutturazione del sito dell’APSS (https://www.apss.tn.it/Servizi-e-Prestazioni) i Servizi di Psicologia sono occultati all’interno del servizio “Dipendenze e salute mentale”.
Una riforma sanitaria ottusa che non ha considerato la rimodulazione del Servizio di Psicologia e l’attivazione di processi interconnessi tra liberi professionisti e dipendenti di APSS in grado di dare il giusto e doveroso supporto a coloro che vivono uno stato di disagio psicologico.
Va garantito un accesso alle cure per tutti, indipendentemente dalle condizioni socio-economiche e porre freno alle diseguaglianze di trattamento.
Con il collega Dallapiccola abbiamo depositato un’interrogazione, che puoi leggere al LINK , della quale attendiamo a breve segnali dalla Giunta.